Più diminuiscono gli infermieri, più aumentano i decessi in ospedale.
Lo studio su Lancet. La ricerca condotta in 300 ospedali di 9 Paesi europei. Per ogni paziente che viene aggiunto al carico di lavoro medio di un infermiere, la probabilità dei pazienti di morire entro 30 giorni dal ricovero cresce del 7%. Tale possibilità si riduce invece del 7% se si aumenta del 10% il personale laureato.
26 FEB – Le misure di austerità e i tagli al personale del sistema sanitario per ridurre al ministro le spese ospedaliere rischiano di provocare gravi danni alla salute dei pazienti. Lo dimostra uno studio internazionale promosso per valutare l’opportunità di misure contenitive della spesa riguardante il comparto infermieristico, che rappresenta uno dei capitoli di spesa più importanti in ambiente ospedaliero. Lo studio, in particolare, ha voluto valutare se le differenze nel rapporto infermieri/paziente, dunque dei carichi di lavoro, e relative ai titoli di studio degli infermieri siano associazioni alla variazione dei livelli di mortalità ospedaliera post operatoria.
Lo studio, pubblicato su The Lancet, è stato condotto in 300 ospedali di 9 Paesi europei. I ricercatori hanno sottoposto un questionario a 26.516 infermieri e analizzato le cartelle cliniche di 422 730 pazienti di età superiore ai 50 anni che hanno subìto gli interventi chirurgici più comuni. I dati amministrativi sono stati codificati con un protocollo standard per stimare il rischio di mortalità ospedaliera a 30 giorni dal ricovero, tenendo conto di variabili come l’età, il sesso dei pazienti, la presenza di eventuali comorbilità, il tipo di intervento e così via.
Quali sono stati i risultati? I ricercatori hanno calcolato che per ogni paziente in più di cui gli infermieri devono prendersi cura, il rischio per i pazienti di morire entro 30 giorni dal ricovero aumenta del 7 %. Al contrario, tale rischio di riduce del 7% se viene aumentato del 10% il personale infermieristico in possesso di laurea.
Negli ospedali dove gli infermieri si occupato in media di 6 pazienti e il 60 % degli infermieri supera il 60%, il rischio di mortalità ospedaliera è inferiore di quasi il 30 % rispetto ai pazienti curati dalle strutture dove la quota di infermieri laureati non supera il 30 % e il rapporto infermieri assistiti è di 1 a 8.
In definitiva, avvertono i ricercatori, “i tagli al personale infermieristico per risparmiare potrebbero avere effetti negativi sui risultati di salute del paziente, mentre migliori livelli formativi per gli infermieri potrebbe ridurre le morti evitabili in ospedale”.
Fonte: quotidianosanità.it
Per chi volesse approfondire lo studio: http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(13)62631-8/fulltext